
Intro
10 Giugno 2022 – 1 Luglio 2022
Street Levels Gallery, inaugura INTRO, la nuova mostra personale dell’artista Nian all’interno dello spazio espositivo di via Palazzuolo 74AR, Firenze. INTRO rappresenta un viaggio introspettivo che, come molti dei percorsi che raccontano la nostra storia biografica, presenta un inizio ben definito e un finale con il punto interrogativo. L’incipit si trova dunque in superficie, nel sapersi animali sociali tesi al confronto con altre soggettività: il carattere talvolta salvifico, talvolta compromettente dei rapporti interpersonali costituisce il primo luogo di indagine dell’artista per acquisire coscienza del proprio sé, tra i numerosi ‘se…’ dell’esistenza.
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Intro, dal lat. intro «dentro», indica un movimento verso l’interno: l’etimologia del vocabolo suggerisce la progressiva rivelazione dell’intimo di Nian che, opera dopo opera, mette a nudo il proprio immaginario in una restituzione dedicata al pubblico e a se stessa. Lo spazio espositivo si trasforma dunque in una stanza concettuale e la produzione dell’artista si scopre per la sua natura terapeutica, cognitiva e auto-rappresentativa. Le opere di Nian sono abitate da un’impronta stagionale, la sua indagine procede per cicli emotivi scanditi dalla sua esperienza relazionale e dai suoi luoghi di interrogazione. Corpi, ritratti, volti. Le creature che abitano l’universo pittorico dell’artista celebrano la capacità riflessiva dell’essere umano, i punti di intonazione e quelli di disaccordo, nel tentativo di trascenderne le contraddizioni per trovare il proprio posto nel mondo.
Testo Critico
Intro è lo spazio privato, il luogo nascosto, il segreto che si anima nell’atto stesso di sentirsi confessato. Il principio, l’origine, la radice primitiva di una vita nuova. È una dimensione eterea e corporea allo stesso tempo, la stanza che non può essere inquinata dalle nevrosi del presente. È un sentimento sacro che abita lo spirito pur facendosi sempre epidermico, osseo, carnale.
Artista dall’estetica intima e archetipica, dopo anni di ricerca tra strada e studio, con questa mostra personale Nian prende consapevolezza della matrice fortemente auto-rappresentativa di quell’universo muliebre che da sempre vive nelle sue opere. Ed è in quest’ottica che decide di immergersi negli anfratti di un’autoanalisi per la prima volta conscia, abbandonandosi alla gioia confortante di una confessione in grado di alleggerire la mente e il cuore. Le opere esposte, che appartengono agli ultimi due anni di lavoro dell’artista, ricalcano il percorso della sua evoluzione pittorica: dall’esterno verso l’interno, in un’incessante spirale che scava sempre più in profondità.
Corpi intrecciati, avvolti, talvolta compressi nello spazio della tela come per indagare le possibili contorsioni degli arti e raccogliersi in un’intimità silenziosa e inviolabile; corpi intesi come mezzi dell’anima; corpi che si modificano per incastrarsi; corpi nudità e corpi pudore. Nella loro danza viva e vitale, corpi percorsi da onde ritmate, che disegnano curve, insenature e sponde. I corpi ritratti da Nian vivono e si muovono nello spazio assecondando le linee tracciate dalla natura, in un equilibrio organico in cui tutto è sinuoso e tutto respira; il movimento ondulatorio del corpo trova la sua naturale eco nelle audaci curvature delle piante, così come in quelle degli animali, o nella morbida forma dell’anfora, tema ricorrente in alcune opere in cui sono evidenti gli studi archeomitologici dell’artista.
A questi stessi studi appartengono le iconografie che popolano lo spazio dell’opera: una raccolta di immagini e allegorie che rimandano a un universo ancestrale, quasi tribale, in cui gli elementi animali e naturali sono espressione di un misticismo innato e primitivo. “Il linguaggio della dea” è il libro dell’archeologa Marija Gimbutas che guida l’artista attraverso la ricerca sul misterioso linguaggio dei simboli: volatili e serpenti diventano manifestazioni di un culto in cui è centrale la figura femminile,intesa come immagine sacra, divinità fertile, presenza fiorente, fonte di energia vitale. I motivi decorativi sono talismani, stratagemmi floreali, poi geometrici, poi ondulati che attraversano la tela e la innervano di significati.
E in questo continuo ondeggiare, tutto scorre, tutto è acqua, tutto lava e tutto fluisce. Torna a fluire perché fluido sei scrive Nian nel suo sketch book, e lo ripete una volta, poi due, poi dieci, forse cento, lasciando che anche la coscienza fluisca, come in un diario, libera e inafferrabile. Lo sketch book rappresenta il culmine di un dialogo continuo tra l’artista e le altre versioni di sé: al suo interno confluiscono riflessioni disarticolate, poesie, bozzetti, immagini dalla dirompente forza espressiva, che non subiscono il filtro della tela, che nasce invece per essere sottoposta allo sguardo dello spettatore. Nello sketch book la solitudine è più dolorosa, la sessualità più esplicita, l’equilibrio serafico della tela si incrina e i sentimenti si abbandonano all’anarchismo.
Intro è un gesto liberatorio, un esperimento in cui la pittura è il viatico per la risoluzione di un rebus personale. L’artista dipinge e mette in ordine se stessa, dipinge e sbaglia, poi dipinge e ricomincia, dipinge e scopre la sua immagine. Ogni tappa del processo è un passo ulteriore verso la sintesi: le figure si divincolano dalle intricate contorsioni come nell’ottica di una ritrovata armonia con la propria essenza, poi si spogliano del superfluo, abbandonano lo spazio domestico, modellano una dimensione astratta ed immaginaria in cui si confondono la persona, l’animale, la dea, l’artista.
Intro è introspezione e introduzione. È una vicenda esistenziale prima ancora che una faccenda artistica. È il fluttuare di corpi che diventano arabeschi armoniosi, immagini-simulacri di un presente inseguito dall’antico e teso all’avvenire, alla vita futura, al fiorire libero e incontrollato dell’animo.
© Francesca Emanuela Zevola
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Via Palazzuolo 74ar 50123, Firenze (FI)
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